Il cliente deve sapere!
Il cliente deve sapere che in un giudizio, qualsiasi sia e qualunque sia la sua ragione, anche la più ovvia, non si deve dare nulla per scontato.
Non bisogna credere che il cliente sappia le procedure e del perche’ una scelta processuale non sia consigliabile e sia preferibile un’altra : ad ognuno, come si dice, il suo lavoro.
Spesso il cliente viene in Studio perché ritiene di aver subito un torto anche se magari proprio tutte le ragioni non le ha e vuole farla pagare a chi gli ha provocato il supposto danno.
Pretende la causa in Tribunale che spesso non è un modo per farla pagare all’altra parte perché intanto a pagare o quantomeno ad anticipare tutte le spese sarà lui!
Il cliente deve sapere quale può essere il modus operandi degli avvocati
Di fronte a questa situazione, il cliente deve sapere che il modus operandi di noi avvocati è molto diverso e soggettivo.
C’ è chi propone la causa immediatamente per far contento il cliente e per la paura che, dicendogli la verità, questi se ne vada.
C’è chi chiede un acconto spropositato per testare la reale volontà del cliente a fare davvero la causa: dinanzi ai soldi, spesso, la vendetta trova degna quiete.
C’è chi cerca di trovare una soluzione che possa davvero fare l’interesse del cliente e questo può voler dire anche riferire schiettamente che non vi sono i presupposti per andare avanti, se questo è il caso .
Il cliente accorto apprezzerà l’onestà del legale che, invece di assumere l’incarico di una causa lo consiglia nel suo esclusivo interesse , mentre quello sciocco andrà a trovare uno che gli farà la causa e certamente, prima o poi lo troverà, come è certo che poi ne pagherà le conseguenze.
Il cliente deve sapere quale sia il modo migliore di agire, per un avvocato, nel suo interesse.
Per quanto mi riguarda non è tanto una preferenza ma un obbligo.
Esseri chiari con il cliente, infatti, non dovrebbe essere una scelta ma sta nell’obbligo di fare l’interesse del cliente e questo nel bene o nel male.
Personalmente agisco facendo ciò che ritengo giusto come se lo dovessi fare per una questione personale.
Per far si che il cliente venga a conoscenza di tutte le fasi che dovrà essere fatto per la risoluzione del problema, tengo a chiarire alcuni punti per me fondamentali :
1) I ringraziamenti sono d’obbligo. Un cliente che viene in studio è uno che ti da fiducia e che affida il suo caso ( piccolo o grande non importa ) nelle tue mani. Ringraziarlo per la fiducia che ha riposto in te è d’obbligo.
2) L’Avvocato serio fa tale mestiere per aiutare i propri clienti ma per farlo ha bisogno che i concetti siano chiari al cliente, così come le azioni ed i rischi.
3) Almeno che tu non la subisca, la causa è l’ultima cosa che va valutata per la risoluzione della tua controversia e questo, principalmente, per 5 ordini di motivi:
– I tempi della giustizia sono molto lunghi e non dipendono da noi ( una causa in primo grado dura in media tre anni)
– Considera che uno dei maggiori entroiti fiscali dello Stato italiano deriva dalla giustizia in quanto ogni causa ha un costo che dovrai pagare allo Stato ( contributo unificato, marche, registrazione alla Agenzia delle Entrate ecc.).
– Nel caso il Giudice ti dia ragione condannerà l’altra parte alla refusione di tutte le spese di causa sostenute però, ricorda, che se non ha nulla da perdere non otterrai alcun rimborso. Inoltre il giudice potrebbe compensare le spese e quindi dovresti farti onere delle spese inerenti la tua posizione.
– Si può avere ragione ma non vedersela riconosciuta in causa. Il Giudice si fa una convinzione di quelle che è accaduto dalle carte e dalle prove che riuscirai a portare. Non vi è nulla di ovvio o di scontato e dovrai ampiamente dimostrare tutto anche contrastando le difese avversarie. Spesso le cause si perdono proprio per insufficienza di prove. Vi è una realtà oggettiva ed una realtà processuale ben diversa dalla prima.
– Le leggi sono interpretabili e non chiare. Su un solo articolo vengono costantemente scritti libri interi. Probabilmente se sottoporrai la tua questione a due giudici diversi otterrai due giudizi diversi.
Ne aggiungerei anche un altro. Spesso si vedono sentenze assurde, sbagliate, illogiche. A quelle ti dovrai appellare, sostenendo nuove spese e trascinando il problema ancora per anni: in pratica per gli errori dei giudici pagherai te.
Ma allora la causa non va mai fatta?
Con questo non voglio dire che la causa non vada fatta perché in alcuni casi rimane l’unico strumento e non si può evitare.
Il cliente deve , però, sapere, che un avvocato che ti assicura la vincita non è un avvocato onesto perché non si può garantire un risultato che dipende da altrui decisioni.