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Le Conseguenze Patrimoniali nella Crisi di Coppia

Le Conseguenze Patrimoniali nella Crisi di Coppia

Le crisi di coppia, siano esse generate da separazioni, divorzi, o la fine di un’unione civile, portano con sé rilevanti conseguenze patrimoniali. La gestione di queste situazioni è stata recentemente influenzata dalle novità introdotte dalla **riforma Cartabia**, che ha portato notevoli cambiamenti sul piano processuale. Analizziamo dunque come questa riforma incida sulle conseguenze economiche nelle crisi familiari, con particolare attenzione agli istituti giuridici coinvolti.

 La Crisi di Coppia e i Principali Istituti Giuridici

Quando una coppia attraversa una crisi, i procedimenti legali possono variare. Nel caso di coppie coniugate, il percorso comune è quello della separazione, seguita eventualmente dal divorzio. Per le coppie non sposate con figli, si attivano i procedimenti di affidamento e mantenimento. Per le coppie omosessuali che hanno contratto un’unione civile, si può richiedere lo **scioglimento** di quest’ultima.

Grazie alla **riforma Cartabia, entrata in vigore nel 2022, esiste ora un rito comune per la gestione di separazione, divorzio, modifiche delle condizioni di separazione o divorzio, affidamento e mantenimento dei figli, e scioglimento dell’unione civile. Le normative di riferimento sono quelle del 473-bis del Codice di Procedura Civile e seguenti. Tuttavia, nonostante il rito unitario, esistono ancora differenze sostanziali nei procedimenti a seconda del tipo di unione e della natura delle questioni patrimoniali da affrontare.

Separazione e Divorzio: Differenze e Impatti Patrimoniali

Nel contesto di una coppia sposata, il percorso classico è quello della separazione, seguita dal divorzio dopo un periodo di sei mesi o un anno di separazione ininterrotta, come stabilito dalla legge italiana. La separazione, pur non cancellando il matrimonio, attenua alcuni degli obblighi matrimoniali, come la coabitazione e la fedeltà. In questo contesto, se vi è una disparità economica tra i coniugi, il coniuge più debole ha diritto a un assegno di mantenimento, che mira a garantire un tenore di vita simile a quello goduto durante il matrimonio.

Il divorzio, invece, pone fine legalmente al matrimonio. Tuttavia, le conseguenze patrimoniali possono permanere, soprattutto quando vi è necessità di un assegno divorzile. A differenza della separazione, il divorzio porta alla cancellazione del vincolo matrimoniale, ma se persistono disparità economiche, il coniuge più debole può richiedere un assegno.

L’Assegno di Mantenimento e l’Assegno Divorzile

L’assegno di mantenimento in sede di separazione si basa sull’articolo 156 del Codice Civile, il quale stabilisce che, in caso di disparità economica tra i coniugi, il coniuge economicamente più debole ha diritto a un supporto economico. Il giudice determina tale assegno considerando non solo i redditi ma anche il patrimonio delle parti.

Per quanto riguarda l’assegno divorzile, la sua natura è più complessa. A partire dal 2018, con l’intervento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, si è stabilito che l’assegno divorzile può avere una duplice funzione: assistenziale, quando vi è una disparità economica tra i coniugi, e compensativa/perequativa, quando uno dei coniugi ha rinunciato alla propria carriera o opportunità economiche per contribuire alla vita familiare.

In questo contesto, l’assegno compensativo serve a riequilibrare le disparità create dalle rinunce fatte durante il matrimonio. Questo principio tiene conto di situazioni in cui, ad esempio, uno dei coniugi (spesso la moglie) ha sacrificato la propria carriera per dedicarsi alla famiglia e alla cura dei figli.

Le Conseguenze della Riforma Cartabia

La riforma Cartabia ha portato con sé significativi cambiamenti nel diritto di famiglia. Un’importante novità riguarda la possibilità di negoziazione assistita per risolvere le controversie legate a separazione e divorzio. Questo strumento consente alle parti, con l’ausilio degli avvocati, di trovare un accordo senza dover passare per il tribunale. La negoziazione assistita è applicabile anche nelle controversie riguardanti l’affidamento e il mantenimento dei figli nati fuori dal matrimonio e nelle questioni alimentari.

Un altro elemento introdotto dalla riforma è la possibilità di cumulare le domande di separazione e divorzio. Ciò significa che è possibile richiedere entrambe le procedure contemporaneamente, riducendo i tempi e i costi del processo. Questa possibilità si applica anche nei casi in cui la domanda è proposta da una sola parte, anche nel corso di un giudizio di separazione già avviato.

La Gestione Patrimoniale nelle Unioni Civili e Convivenze

Le unioni civili e le convivenze di fatto seguono un percorso leggermente diverso da quello delle coppie sposate. In caso di rottura, i partner di un’unione civile possono richiedere lo scioglimento dell’unione, con possibili conseguenze patrimoniali simili a quelle del divorzio.

Per quanto riguarda le convivenze di fatto, non esiste un diritto automatico al mantenimento, ma solo un diritto agli alimenti, qualora uno dei conviventi si trovi in stato di bisogno. Tuttavia, il convivente ha diritto agli alimenti solo dopo genitori e figli, rendendo questa protezione meno forte rispetto a quella prevista per i coniugi.

Figli e Obblighi di Mantenimento

Indipendentemente dal fatto che i figli siano nati dentro o fuori dal matrimonio, hanno gli stessi diritti. L’obbligo di mantenimento dei figli, previsto dagli articoli 337-bis e seguenti del Codice Civile, prevede che entrambi i genitori debbano contribuire in proporzione alle proprie capacità economiche. Il giudice può disporre un **contributo al mantenimento a favore del genitore meno abbiente, per garantire ai figli un tenore di vita adeguato.

Le spese per i figli si dividono in spese ordinarie e spese straordinarie. Le prime riguardano il mantenimento quotidiano, mentre le seconde comprendono spese mediche, scolastiche e attività extrascolastiche. In caso di disaccordo sulle spese straordinarie, la giurisprudenza ha stabilito che il consenso dell’altro genitore non è sempre necessario, soprattutto quando la spesa è indispensabile per il benessere del figlio.

Conclusione

Le conseguenze patrimoniali nelle crisi di coppia, sia che riguardino coppie sposate, non sposate o in unione civile, sono complesse e richiedono un’attenta valutazione legale. La **riforma Cartabia** ha introdotto strumenti più rapidi e flessibili per la risoluzione delle controversie, incentivando soluzioni consensuali e accordi negoziati. Tuttavia, le questioni patrimoniali legate a separazione, divorzio e mantenimento dei figli restano centrali e necessitano di una consulenza legale qualificata per essere gestite al meglio.

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