Assegno unico familiare, una delle novità introdotte per la ripresa economica dell’Italia dopo il periodo Covid19.
Ma di fatto in cosa consiste?
Diciamo, prima di tutto, che l’assegno unico familiare non è ancora disponibile e che dovrebbe entrare in vigore a luglio di quest’anno.
L’assegno unico familiare è il nuovo contributo previsto per i figli a carico e che sarà riconosciuto a entrambi i genitori (metà per ciascuno) per ciascun figlio dal 7° mese di gravidanza fino ai 18 anni di età.
L’assegno verrà concesso fino al compimento dei 21 anni, ma con importo ridotto qualora i figli studino o siano impegnati in programmi di formazione, tirocini oppure svolgano il Servizio civile universale.
L’assegno unico familiare si definisce unico perché mira a raggruppare gli altri benefici già in essere (bonus bebè, bonus natalità e adozione, assegni familiari, bonus per nuclei familiari numerosi) e gradualmente a sostituirli tutti in un unico benefit.
Assegno unico familiare: a chi spetta?
Tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico potranno richiedere l’assegno unico.
Avrà un valore massimo di 250 euro: in questa cifra globale confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia.
Qualsiasi lavoratore autonomo o dipendente potrà usufruirne oltre, ovviamente, i disoccupati.
Uno dei presupposti per ottenerlo è quello di avere la cittadinanza italiana o avere un permesso di soggiorno europeo, risiedere in Italia e pagare regolarmente le tasse.
Anche le madri al 7° mese di gravidanza potranno richiedere l’assegno unico.
Dai 18 anni di età, inoltre, si potrebbe avere diritto a una somma ridotta rispetto all’assegno ed essere accreditata direttamente al figlio qualora questo:
– sia iscritto all’università;
– sia un tirocinante;
– sia iscritto a un corso professionale;
– svolga il servizio civile;
– svolga un lavoro a basso reddito.
Assegno unico familiare: quali sono le maggiorazioni?
Il contributo di base prevede una serie di aumenti e maggiorazioni nei seguenti casi:
– per i figli successivi al secondo (o al terzo);
– per le madri con meno di 21 anni;
– per i figli disabili (con un aumento che starà tra il 30% e il 50%).
Nel caso di genitori separati a chi spetta l’assegno unico?
I problemi maggiori potrebbero sorgere in caso di separazione. Spesso i soldi, in questo caso non bastano mai e la prima preoccupazione è quanto si dovrà versare per il mantenimento dei figli e non certamente perché non li si voglia mantenere ma in quanto quell’obbligo disposto dal Giudice va regolarmente mantenuto e non sempre è facile farlo vista anche la situazione economica attuale: se ti interessa sapere a quanto potrai essere condannato a versare a titolo di mantenimento in caso di separazione, leggi questo articolo sull’argomento: “Mantenimento dei figli a quanto dovrò pagare?“
Altra questione, in caso di separazione, è quella del quando dovrò iniziare a pagare l’assegno di mantenimento.
Ora che ti sei chiarito questi concetti ed hai capito a quanto potresti essere condannato a pagare e da quando dovrai corrispondere la somma, capirai che usufruire dell’assegno unico è un aiuto economico che può fare la differenza quando i conti non tornano mai.
In caso di genitori separati o divorziati se c’è un accordo tra i genitori saranno loro stessi a decidere chi avrà diritto alla fruizione.
In mancanza di accordo il beneficio sarà corrisposto al genitore affidatario.
In caso di affidamento congiunto o condiviso, invece, l’assegno sarà ripartito in egual misura tra i genitori.
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