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Il padre disoccupato deve versare alla ex l’assegno per i figli?

In questi momenti di gravi crisi molti si sono trovati disoccupati e con un matrimonio alle spalle e figli da mantenere e sentenze da rispettare non è certamente vita facile. Si è creata una nuova categoria di soggetti ridotti in povertà da questo sistema consumistico che ci vede come tante ” macchine” fabbrica soldi da spendere nei vari prodotti da acquistare e che ci proponinano continuamente. Difficile uscire da questo contesto e quando non si riesce a fabbricare più soldi, quando l’economia cambia e non si è più produttivi non si tiene più conto che vi è una persona umana da tutelare ma ci si comporta come con un oggetto non più utilizzabi : lo si relega in fondo alla soffitta ( nel migliore dei casi). Questa situazione fa certamente riflettere anche perchè a calcare ancor più la mano, nel caso di disoccupazione, è stata la Corte di Appello di Roma la quale ha stabilito che anche se disoccupato il padre deve versare i soldi alla ex per i figli : dove poi li vada a trovare sono un problema che non interessa la giustizia! Nel caso di specie un giovane padre, disoccupato, era stato condannato già in primo grado a versare un contrubuto al mantenimento ai figli in sede di separazione. Questi si era difeso sostenendo che nel 2005 non aveva percepito alcun reddito. Ma i giovani hanno considerato che un giovane di 35 anni, in buona salute, avrebbe potuto cercarsi una occupazione. In teoria è vero ma in pratica è così facile? Secondo la Corte il dovere di mantenere , istruire ed educare la prole, secondo quanto disposto dall’art. 147 c.c. impone ai genitori di far fronte alle molteplici esigenze dei figli, non riconducibili al solo obbligo alimentare, ma estese all’aspetto abitativo, scolastico, sportivo, ecc. Il paramentro di riferimento ai fini di una corretta determinazione del rispettivo concorso negli oneri di carattere finanziario è costituito, non solo dalle rispettive sostanze dei genitori ma anche dalla rispettiva capacità al lavoro nel senso che al fine considerato assumono rilievo non solo le risorse economiche di ciascuno dei genitori ma anche la loro accertata potenzialità reddituale.

Il dovere di mantenere i figli è quindi sacrosanto e su ciò non si può che condividere l’impostazione della Corte ma difronte ad uno stato di disoccupazione non voluto si pone , dall’altro lato , anche la necessità di valutare l’interesse del padre che si trova a non avere di che vivere.

Facile sentenziare che vi è possibilità di lavoro e che un uomo di 35 anni nel pieno delle forze non può rimanere disoccupato, almeno che non lo voglia, ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare…….

 

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