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Come spendere 10.000 euro per recuperarne 4.000 : i difetti della legge italiana

Si può arrivare a spendere 10.000 euro ed oltre per recuperarne 4.000. Certo sei il creditore risiede in italia e si deve attenere alle sue leggi! L’Italia è uno tra i primi paesi in cui la giustizia costa salata e non funziona. Così è il caso di uno sfortunato cittadino – ma certamente tanti si riconosceranno in LUI – che purtroppo vince una causa e dove la controparte è condannata al risarcimento di 4.000 euro oltre spese legali. La somma non è certamente importante, anche se di questi tempi non è certo da buttare e quindi si cerca con le buone di far adempiere il debitore ai propri doveri. Lettere e letterine, solleciti vari sono del tutto inutili anche in quanto il debitore sa di non possedere niente se non una abitazione in comunione con la moglie. Il debitore sa anche che la procedura esecutiva immobiliare è non solo costosa ma anche lunga da esplicarsi. Il creditore però, ignaro a cosa va incontro, non si da per vinto e decide di procedere ugualmente all’esecuzione immobiliare sperando che nel corso della procedura il debitore si impaurisca e paghi. Dopo aver iscritto ipoteca con la sentenza che gli dava ragione ed aver speso 1500 euro per tale incombente il creditore, tramite il suo avvocato, decide di redigere il verbale di pignoramento immobiliare e di passarlo agli ufficiali giudiziari: altra spesa! Inoltre il verbale di pignoramento va trascritto e quindi lo sfortunato creditore deve rispendere altre 1000 euro. Il più è fatto, dirà il creditore non sapendo che è solo l’inizio! Ed è così che questi dovrà ricacciare nuovamente denaro per l’iscrizione al ruolo della istanza di vendita ( euro 220,00 circa) e per il notaio che dovrà provvedere alla relazione inerente la storia ventennale dell’immobile che si intende mettere all’asta : altre 1800 euro. Finalmente la pratica arriva dal giudice che nomina un consulente tecnico il quale fa egregiamente il suo lavoro rimettendo la relativa notula liquidata dal giudice in euro 5.5000 euro. Il creditore non ce la fa più a pagare il dovuto e non riesce a pagare il geometra/Ctu che ha fatto la relazione il quale a sua volta, arrabbiato per non essere stato pagato, provvede a sua volta a fare l’esecuzione al povero creditore. Ma le peripezie del creditore non finiscono qui in quanto l’immobile aggredito deve essere sempre messo all’asta e le vogliamo pure dare 2-3000 euro per le pubblicazioni sui giornali? Sempre più in difficoltà il creditore cerca di racimolare da amici e parenti gli ultimi soldi per completare l’esecuzione e recuperare finalmente il tutto anche perchè si trova a sua volta aggredito dal CTU che pretende il suo avere ed ha già in corso un pignoramento nei riguardi del creditore. Il pignoramento, preceduto dal decreto ingiuntivo del CTU assume dei costi e la somma da dare a quest’ultimo pari a 5.500 euro è già diventata, per le spese vive e legali, pari ad euro 8.500. Finalmente la casa viene messa all’asta e il creditore si trova a recuperare i 4.000 euro a lui spettanti oltre le spese sostenute. Di quei 4.000 euro però 3500 euro dovrà darli per le spese legali sostenute dal CTU per il recupero rimanendogli in tasca euro 500,00. Tutto questo nella migliore delle ipotesi in quanto può anche accadere che la casa aggredita non venga venduta e che il creditore si trovi aggredito ed indebitato per NON avere giustizia! Ma che Stato è quello che ammette una simile procedure e non garantisce i cittadini di fronte a queste abnormità? In tutto questo sempre e soltanto c’è un vincitore : lo Stato Italiano che avrà guadagnato nel bene o nel male. Meditate gente….meditate!

Avv. Fabrizio Bartolini

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