Quest’anno il fisco ha introdotto una novità: l’ISA! E con Isa si può dire : bentornati a scuola
Siamo ritornati a scuola grazie ad ISA, con tanto di pagella da 1 a 10! Ed il problema è che non si sanno esattamente quali siano i criteri di valutazione ( come a volte non erano chiari nemmeno a scuola) e soprattutto ……..se vuoi un bel voto …..adeguati…..e paga!
Un contribuente che prima risultava congruo e coerente oggi può avere un voto basso mentre, chi non era congruo, potrebbe avere un buon punteggio: alla faccia della coerenza! Così, ad esempio, il medico, prima congruo, oggi si vede appioppare un bell’1 mentre una società immobiliare che non era né congruo né coerente oggi ha 10!
Il problema pare da individuarsi, nel caso del medico preso ad esempio, in prestazioni non in linea con il tariffario o a compensi troppo modesti che fanno sballare gli indicatori previsti per singolo addetto: ma in realtà non si conosce il criterio.
Se un professionista fa prezzi non in linea con il tariffario, magari per venire incontro ad un cliente, poi si vede persino a dover pagare il dazio per essere stato troppo onesto. Quindi bisogna fare notule a tariffa che non ci pagano e che fanno scappare i clienti: mi sembra un bel metodo per incentivare la crescita professionale e produttiva di una attività.
Ma la cosa veramente brutta è che per ottenere poi un voto maggiore il fisco ti dice: “se paghi la somma x e ti adegui ti dò 10“: Isa, bentornati a scuola, quindi.
E’ come uno a scuola che prende 3 e la maestra gli dice: ” se mi paghi x…ti dò 10″. Era un concetto immorale allora e lo è anche oggi.
E nel caso dell’ISA la cosa è aggravata dal fatto che se hai un voto alto hai dei benefici in caso di accertamento che dovrebbe essere meno probabile che arrivi: accertamento da tutti temuto in quanto quando arrivano tanto qualcosa ti debbono trovare.
Invece di cercare di incentivare le attività produttive diminuendo le tasse o, come in alcuni Stati, mettere una tassazione fissa, in Italia si inventano sempre nuovi sistemi per tagliare le gambe ai lavoratori. Si lavora per lo Stato e non si può dire altrimenti quando il 70% del guadagno va in tasse. Siamo letteralmente circondati da tasse: iva, tarsu, Imu, bollo auto, tassazione atti giudiziari, accise e le “tasse” a luglio: se uno fa due conti, tutti i soldi che entrano prima o poi vanno allo Stato. E’ un sistema studiato per indebitarti e non basato sul risparmio. Oggi, eccetto i casi in cui il reddito mensile sia elevato, non si può risparmiare e si lavora solo per restare a galla e non avere debiti e si può dire di essere già fortunati.
L’Isa è l’ennesima dimostrazione di uno Stato che vessa i propri cittadini, lo minaccia di accertamenti salvo che non paghi riducendo il rischio ( non eliminandolo). Rischio che poi non è detto che sia perché non si sa quale sia il criterio di ragionamento e tutto rimane nel dubbio. Infatti, il voto positivo dà diritto a dei benefici in caso di controllo ma non elimina l’accertamento. E la domanda è : ma qual’è il criterio di ragionamento? Se mi adeguo pagando per avere un voto più alto si potrebbe pensare che ho qualcosa da nascondere e questo potrebbe essere un motivo di controllo. Potrebbe….condizionale….il dubbio, comunque rimane. Quindi la situazione ha due facce della stessa medaglia e bisogna vedere la monetina, una volta lanciata in aria, da che parte cade nella speranza di non essere interrogati