Le Banche non si fermano e continuano imperterrite a fare i loro porci comodi a danno della gente. Non è nuovo alle cronache che molti imprenditori si sono suicidati in quanto messi sul lastrico dalle banche le quali chiedevano il rientro immediato a fronte di un debito che loro stesse vantavano nei confronti dell’imprenditore stesso. Il problema è che l’imprenditore, spesso, così come il singolo cittadino non sa di dover avere del denaro dalla banca ed inoltre, anche una volta accertato il debito, la strada per ottenere il maltolto non è certamente in discesa.
Spese di commissione, interessi e chi più ne ha più ne metta sono tutte voci che servono a mascherare le operazioni illecite delle banche . Nel panorama giudiziario sono comunque sempre poche le sentenze che riconoscono i diritti dei cittadini nei confronti delle banche e che riconoscono il delitto di usura bancaria.
Uno spiraglio si sta aprendo dalle sentenze della Cassazione del 2010 ma di strada da fare ve n’è ancora tanta per riequilibrare il rapporto tra banca e correntista e certamente la sfida non è facile anche perché non si può certamente contare su una magistratura indipendente e estranea ai poteri forti. Provate ad esempio a depositare una querela per usura presso una Procura Toscana e vedrete che men che si dica arriverà puntuale come un orologio la richiesta di archiviazione.
E questo anche in casi davvero eclatanti! E’ successo che in una causa contro una banca ( non si può citare il nome in quanto nell’accordo transattivo le banche fanno spesso inserire la clausola di riservatezza) in opposizione a decreto ingiuntivo il CTU, illustre professore universitario della Facoltà di Economia e Commercio di Pisa, abbia riconosciuto senza ombra di dubbio l’usura bancaria. La banca che pretendeva 160.000 euro da decreto ingiuntivo, a seguito di tale CTU, riconosceva 120.000 euro da dare alla correntista e tutto si chiudeva con una transazione. Depositata la querela con tanto di CTU questa veniva velocemente archiviata senza nemmeno fissazione di udienza in camera di consiglio. Tale metodo di archiviazione è raro e personalmente l’ho visto solo e soltanto nel caso di denuncia di usura bancario. La peculiarità è che contro tale decreto si può ricorrere solo in Cassazione che sappiamo bene è un grado di giudizio di legittimità e quindi si dovrà denunciare solo violazioni di legge con tutti i limiti, filtri ecc: possibilità di riuscita 20/100 !
In una vicenda come quella sopra descritta non si può non sospettare che ci sia del marcio e contro queste cose si dovrà battere chi intenderà fare causa alla banca.
Per non pensare poi alla giurisprudenza che ovviamente va verso le banche e non verso il cittadino anche nelle cause civili: nota, ad esempio, è la corrente giurisprudenziale che anche in caso di riconoscimento di usura la banca dovrà versare solo la differenza tra il tasso applicato e il tasso soglia: in pratica un nulla!
Se non si tiene in considerazione questi concetti si rischia di illudere il correntista che si presenta con la perizia econometrica, molte volte errata, e che è sicuro di riprendere i suoi soldi.
La ragione in Tribunale è di chi se la fa dare e non di chi ce l’ha veramente.
Se non si tiene conto di quanto sopra anche da parte dei periti si rischia di avere perizie errate e soprattutto truffe legalizzate. Infatti si sta divulgando il fenomeno di molte società che svolgono attività di consulenza in tema bancaria e a fronte di tante serie ve ne sono molte che mirano a speculare sulle disgrazie altrui. Quindi ATTENZIONE! Come fanno?
Semplice ! Prima di tutto promettono una preanalisi gratuita che in realtà non viene fatta. Quando il correntista porta loro gli estratti conto di 10 anni queste società nemmeno ci pensano a inserire al computer tutti i dati ma fanno una analisi a campione. Dopodichè procedono alla perizia e se, ad esempio, in un rapporto decennale trovano un trimestre usuraio molto semplicemente fanno il calcolo del dovuto considerando tutti gli interessi dei 10 anni. Ovviamente la cifra da riottenere, in questo caso, è altissima e su questa cifra viene calcolata, guarda un po’!, la somma dovuta per la consulenza. E’ così accaduto che a fronte di perizia dove risultava che Tizio doveva avere dalla banca 280.000 , perizia di un costo pari a 35.000,00 euro, in realtà questi doveva avere solo 6.000 euro.
Si consegna, così, la perizia farlocca al malcapitato aggravandolo di spese esose e soprattutto dandogli false speranze ed anche false informazioni al legale che andrà in Tribunale partendo già svantaggiato.
Questo è a grandi linee quello che sta accadendo e la realtà che si dovrà affrontare. La lotta contro le banche è una lotta dura e chi la intraprende non dovrà MAI abbassare la guardia perché spesso non avrà solo la banca come contraddittore ma anche la magistratura.
Per quanto riguarda le perizie lo Studio Legale Bartolini ha cercato di arginare tale fenomeno cercando esperti seri, competenti e soprattutto onesti. I prezzi dei nostri consulenti si aggirano sulle 1500 euro a perizia. Il prezzo è indicativo perché il costo effettivo dipende dalla complessità del caso e va analizzato caso per caso.
Sicuramente quello che siamo riusciti ad ottenere è onestà sia nei prezzi che nella relazione. Il consulente ovviamente va pagato per il suo lavoro ma una cosa è la giusta retribuzione per il lavoro svolto, altra è la speculazione ! Da ciò come studio ce ne vogliamo tenere ben lontani.
Quindi, se avete bisogno di una perizia econometrica e di assistenza non esitate a scriverci.