Oggi vediamo quali documenti bisogna richiedere alla banca e cosa fare quando la banca non consegna la documentazione richiesta.
Spesso quando i clienti vengono in Studio per problemi con le banche e si richiede loro, necessariamente la documentazione bancaria, questi vanno letteralmente nel panico sia perché nel 90% dei casi non ne hanno immediata disponibilità sia perché non sanno come richiederla.
Come sappiamo le Banche detengono privilegi normativi immensi.
Possono chiedere il rientro immediato dalle esposizioni, segnalare il correntista alla Centrale dei Rischi della (propria) Banca d’Italia in maniera unilaterale e discrezionale e promuovere Decreti Ingiuntivi sulla base della dichiarazione di un proprio Dirigente.
I rapporti tra le Banche e le Aziende sono caratterizzati dalla forza prevaricatrice – spesso di abuso – che, il soggetto economicamente forte e tecnicamente preparato, impone ai propri utenti.
E’ allora indispensabile disporre degli “strumenti” che consentano, anche alle Aziende, di comprendere come siano stati gestiti i rapporti di credito e quali possano essere le modalità più adeguate per fronteggiare al meglio eventuali situazioni di criticità.
Oltre a difendersi da eventuali azioni pregiudizievoli promosse delle banche, la vittima bancaria potrà valutare, qualora ve ne siano i presupposti, procedimenti di recupero delle somme conseguite indebitamente.
Per raggiungere detti risultati non ci sono ricette precostituite che possano andar bene per tutti, essendo ciascuna Azienda del tutto “originale” rispetto ad un’altra.
Ciò, richiede uno studio particolareggiato dei rapporti al fine di pervenire ad una valutazione personalizzata ed allo studio della migliore strategia da adottare.
Ma quali sono i documenti necessari e da richiedere alla banca?
– PER LA VERIFICA DEI CONTI CORRENTE:
Negli affidamenti in conto corrente, potrebbero verificarsi diverse tipologie di illegittimità, che dipendono da diversi fattori, quali l’apertura del conto, la durata, la movimentazione e la contrattualistica a disposizione.
I maggiori vizi che potrebbero riscontrarsi in tali rapporti, sono quelle inerenti la nullità di interessi c.d. “uso piazza” (generalmente in quelli più datati) o comunque indeterminati, anatocistici ed usurari, oltre a quelli concernenti la nullità delle Commissioni di Massimo Scoperto ed altre commissioni, oneri, spese e giorni valuta non pattuite o prive di causa.
Si tratterà, quindi, di far “verificare” i conti corrente in corso e quelli chiusi nel decennio precedente (il termine prescrizionale decorre da dieci anni dalla chiusura del conto).
La documentazione necessaria:
Al fine di poter procedere con l’analisi del rapporto di conto corrente e dei conti collegati, dal punto di vista tecnico-contabile prima e legale, poi, è necessario disporre degli estratti conto, comprensivi di scalare, unitamente ai relativi contratti e ad eventuali successive modifiche concordate. Copia di ogni eventuale garanzia prestata, sia personale (fideiussione), reale (ipoteca), o sotto forma di titoli.
Nel caso in cui non si disponga dei predetti documenti, potrebbe essere trasmessa specifica richiesta alla Banca, la quale, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 119 T.U.B. è tenuta a conservare gli estratti conto fino a dieci anni indietro rispetto alla richiesta, mentre, per ciò che concerne la contrattualistica, è tenuta a conservare i contratti quantomeno per l’intera durata del rapporto.
– PER LA VERIFICA DEI MUTUI E DEI LEASING.
Anche per questi rapporti è possibile valutare l’esistenza di eventuali irregolarità.
Ciò che potrebbe essere riscontrato potrebbe concernere vizi inerenti la contrattualistica, per motivi di scarsa trasparenza (ad esempio la mancata presenza d’un “piano d’ammortamento” o l’indicazione di un tasso d’interesse difforme da quello effettivamente praticato), con ripercussione sugli interessi corrisposti e da corrispondere, ex art. 117 T.U.B., ovvero pratiche anatocistiche od usurarie.
Una ormai nota Sentenza della S. C. di Cassazione, la n. 350/2013, riporta in maniera chiara il principio di diritto in base al quale, al fine della verifica del rispetto dei c.d. “Tassi Soglia”, devono essere presi in considerazione anche gli interessi moratori.
Pertanto, nel caso in cui un mutuo/finanziamento/leasing contenesse una pattuizione usuraria con riferimento ai tassi di mora, dovrebbe trovare applicazione il disposto di cui all’art. 1815 2° co. c.c., in forza del quale, “…Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi…”.
In sostanza, il mutuo/finanziamento/leasing, affetto da usura pattizia, da oneroso si trasformerebbe in gratuito.
La documentazione necessaria:
Per verificare le condizioni applicate ai mutui/finanziamenti/leasing è necessario disporre:
- – della copia del contratto di finanziamento chirografario, mutuo ipotecario, leasing, od altro tipo di finanziamento assimilabile, unitamente a tutti i relativi allegati richiamati nel contratto;
- – copia delle quietanze di erogazione e quietanza finale (qualora si tratti di mutui concessi in più tranches, tipico esempio è quello dei S.A.L. nei mutui per l’edilizia), copia dei versamenti effettuati e delle relative quietanze di pagamento, ovvero, copia dell’estratto dei pagamenti (che nella filiale potrà essere stampato in tempo reale);
- – copia di ogni eventuale contratto di assicurazione sottoscritto, sia che riguardi l’assicurazione prestata per l’immobile ipotecato, sia che concerna polizze sulla vita, sia che riguardi la garanzia prestata da un Ente di garanzia (es. un confidi), ecc…;
- – copia di ogni eventuale garanzia prestata, sia personale (fideiussione), reale (ipoteca), o sotto forma di titoli.
Chiariti questi aspetti il correntista dovrà richiedere formalmente alla banca la documentazione che dovrà essere necessariamente consegnata entro 90 gg. di tempo : la banca non si può sottrarre da questo obbligo!
La consegna di copie non è gratuita in quanto il TUB ( Testo Unico Bancario) stabilisce che debbono essere rimborsati i costi per le copie.
La richiesta di tali costi a volte è oltremodo onerosa ed illegittima in quanto in media la spesa si aggira sui 200/300 euro ma ovviamente dipende dal tipo di richiesta, dal numero di conti e dal lasso temporale di cui si richiede la documentazione.
Ma se la banca non consegna tale documentazione?
Spesso accade, infatti, che la banca che sa di essere in difetto non consegni la documentazione appositamente magari sperando in una desistenza del correntista.
In questo caso di può agire giudizialmente con un decreto ingiuntivo chiedendo al Giudice l’ingiunzione alla consegna della documentazione richiesta.
Per ottenere tale decreto è necessario solo dar prova del rapporto contrattuale con la banca (basterà anche un semplice estratto conto) e della richiesta della documentazione avanzata condecorso dei 90 gg. previsti dal TUB.
In questo caso la banca verrà condannata, ovviamente, anche alle spese per il decreto ingiuntivo d dovrà necessariamente soccombere consegnando la documentazione a pagando il dovuto.
Vi sono già diversi provvedimenti accolti in questo senso dai vari Tribunali ed anche il Tribunale di Lucca, per mia esperienza, ha accolto tali decreti con condanne non lievi di pagamento nei confronti delle banche che non solo si troveranno a dover consegnare la documentazione gratis ma saranno anche obbligate a pagare!
LA NS SOCIETA’ HA UN CONTO ATTIVO PRESSO UNA BANCA DOVE , NON ABBIAMO NE FIDI NE’ SCONTI NE’ FINANZIAMENTI IN CORSO . IL MESE SCORSO CI HA AVVISATO CHE LA DIRETTRICE DI FILIALE VUOLE CHIUDERCI IL C/C , RICHIEDENDOCI BILANCI STATUTO ATTO COSTITUTIVO ECC , VORREMMO CAPIRE SE E’ OBBLIGATORIO ??? E COME MAI NON C’E’ L HANNO RICHIESTO AL MOMENTO DELL’APERTURA DEL CONTO DUE ANNI FA’ E LO
RICHIEDONO ORA CHE SIAMO IN DIFFICOLTA’ CON EMERGENZA COVID 19
Non mi risulta che sia una cosa legittima. Per quale motivo vi debbono chiudere il conto se il conto attivo? Ed inoltre la documentazione non ha senso che ve la richiedano ora.
Queste sono le prime conseguenze del Covid19 a mio avviso illegittime. Se ci fosse un debito, invece, la banca potrebbe risolvere il contratto.
Comunque come sempre le banche non mancano mai di dimostrare quello che sono: associazioni a delinquere nate per mettere in difficoltà al gente.
Resto a Vs. disposizione e se volete potrete scrivermi a [email protected]
Salve, io, mio marito e mio figlio abbiamo dei conti correnti presso la stessa filiale, sono circa due mesi che chiedo una documentazione per l’Isee, in quanto risultano incongruenze perché nel 2018, avendo chiuso la filiale vicino casa, ci trasferirono i conti in questa nuova filiale, in breve , loro continuino a scrivermi delle pseudo dichiarazioni, che il CAF non vuole, e a non darmi le giacenze ed i saldi dei vecchi conti, ovviamente non riesco ad avere l’Isee. Cosa posso fare? Grazie
Può intimarli formalmente alla consegna così come previsto dal TUB e poi agire con decreto ingiuntivo per obblighi di fare. Poiché è una richiesta che implica delle formalità le consigliodi farsi seguire
Arrivo subito al sodo. Il postino ha consegnato la mia nuova carta associata al conto corrente al mio vicino, che gentilmente mi ha trovato (è stato complicato in quanto ho traslocato da poco) e me la ha restituita. Non ricevo da tempo la rendicontazione periodica che la banca è obbligata ad inviarmi e suppongo anche questa venga consegnata a chissà chi che magari apre la busta e legge pure il saldo del mio c/c. Premetto che l’indirizzo di spedizione sulla busta è corretto, è solo il postino che non fa il suo dovere nella zona e quando si secca consegna la posta a caso come se non ci fossero i numeri civici e le vie. Tuttavia la banca trattiene periodicamente dal mio conto corrente le spese di spedizione della documentazione. Pertanto mi chiedo se posso agire legalmente verso la banca (visto che è la banca che pago per l’invio della documentazione) in quanto chiaramente sento che viene violata la mia privacy. Cordiali saluti
Prima di tutto bisogna vedere di chi è l’errore perché se fosse del postino ( lei mi afferma che è il postino che non fa il suo dovere) non è certamente responsabile la banca ma le Poste e quindi la causa la dovrebbe fare alle Poste.
Mi afferma che lei “sente” che viene violata la sua privacy ma può dimostrarlo? In giudizio le sensazioni non contano. Quindi lei deve provare che la banca spedisce all’indirizzo errato la sua corrispondenza che viene aperta e che viene violata, in tal modo la privacy provocandole un danno consistente in…… e quantificato in…… il tutto con valutazioni oggettive e non a caso.
Da quello che mi dice la banca non pare avere responsabilità ed il consiglio è quello di rivolgersi alle poste per il disservizio.
Ho ricevuto un estratto conto dove risulta che ho prestato garanzia (ipoteca immobiliare di cred. Ordinario) in data ottobre 2015 a mio figlio.
Ho chiesto alla banca con Pec copia del contratto ma trascorsi i 90 gg non ho ricevuto alcuna risposta .
A chi mi devo rivolgere?
Cordiali saluti .
Se la richiesta è stata fatta secondo legge, potrà fare ricorso per decreto ingiuntivo. Le serve un legale
Buongiorno, trovo molto interessante tutto il sito e pongo un quesito che mi riguarda.
Circa 12 anni orsono aprii un conto presso una banca online (Allora una delle prime in assoluto) Dopo poco mi accorsi che non era cosa per me e decisi di voler chiudere il conto stesso. Purtroppo nel frattempo persi il cosidetto Token.. la chiavetta che fornisce i codici temporanei e cosi` non riuscii piu` ad entrare nel conto. Chiesi ad un operatore in chat come potevo chiudere il mio conto e mi venne risposto che dapprima avrei dovuto ricomprare una chiavetta per poterVi accedere.. Questa cosa mi fece innervosire e Via Chat riconfermai la mia volonta`e che non intendevo riacquistare una chiavetta per poter chiudere il conto. Il tutto rimase cosi`.. Conto bloccato (prevedeva anche un conto Titoli con nulla dentro) – Non ricevetti mai nulla dalla banca ne una comunicazione ne una telefonata (inerente la mia richiesta) ne un estratto conto in forma cartacea. Mai per anni e anni.. Poi dopo tanto mi inviano una raccomandata.. dicendomi che il conto era ancora aperto e che se non avessi risposto entro un termine lo avrebbero estinto. Dunque in fondo era quel che volevo e dunque non risposi. Ora anno 2021 un` altra banca mi invia notizia che la prima e` passata sotto la sua ala protettrice, che c` e` una modifica unilaterale del contratto e se non rispondo entro tot giorni.. accetto le nuove clausole.. – Purtroppo io ricevo tale comunicazione mentre mi trovo all` estero e non ho i vecchi documenti che identificano il mio conto per poter recedere entro tempo utile.. Dunque ho la impressione di esser ancora ostaggio di una banca e che essendo passato a nuove regole saro` preda di nuove vessazioni. Che fare ?? Grazie
Buongiorno. La modifica unilaterale è prevista per legge dal TUB ma, in base alle nuove condizioni, il cliente ha diritto di recedere dal contratto di conto corrente.
Pertanto la prima cosa da fare è rispondere alla comunicazione di modifica facendo presente che le condizioni non vengono accettate. In realtà nella lettera il consiglio è prima di tutto specificare quanto mi ha descritto. Ciò al fine per sottolineare come il conto dovesse ad oggi comunque essere chiuso non dando, pertanto, con la comunicazione acquiescenza al fatto che sino ad oggi il contratto sia in essere. Specificherei poi che comunque sia non si intende accettare le nuove condizioni su un conto che avrebbe dovuto essere chiuso da tempo.
Il mio conto corrente purtroppo è in rosso perché non trovando lavoro e inutilizzato da tempo (tra l’altro in rosso perché mi addebitano spese mensili per servizi che non ricevo come l’accesso ad internet per l’app) Ho chiesto alla banca la giacenza media a fine isee e mi è stata rifiutata dicendomi PRIMA SALDI IL CONTE E POI POSSIAMO DARTI LA DOCUMENTAZIONE… Questa cosa è possibile?
Per l’art. 119 TUB la banca, su richiesta formale, è tenuta a dare la documentazione richiesta