Se vuoi chiedere un prestito non puoi non sapere come sarai valutato dalla banca.
Mi e’ capitato spesso che alcuni clienti si siano presentati in studio lamentando la loro situazione di difficolta’ economica in cui versavano e soprattutto il fatto che la banca non dava loro la possibilita’ di risollevarsi concedendo un prestito che avrebbe permesso loro di continuare a lavorare e muovere quegli ingranaggi che la crisi aveva fermato.
Ma quali sono i criteri che adottano le banche per valutare se concedere o meno un prestito?
L’accordo Basilea II ha introdotto dei cambiamenti inerenti la gestione del credito.
Ogni operazione di finanziamento richiede un processo di valutazione del rischio dell’operazione.
La prima fase e’ quella di identificazione del merito creditizio (rating).
Merito creditizio = grado di affidabilita’ del cliente.
Rischio di credito = rischio di insolvenza + rischio spread
Rischio di insolvenza = probabilita’ che si verifichi una impossibilita’ del debitore di effettuare i pagamenti nei termini e modi concordati.
Rischio spread = diminuzione del valore di mercato del prestito a causa del deterioramento del merito creditizio.
Quando un soggetto viene definito insolvente?
Lo stato di insolvenza o di default viene identificato con il momento in cui viene meno la capacita’ e volonta’ del debitore di adempiere a quanto dovuto.
Si e’ quindi in default se:
– non viene effettuato il pagamento degli importi dovuti
– vi e’ una procedura concorsuale
– vi e’ una ristrutturazione del debito con riduzione dell’importo rispetto a quello originario.
Secondo le istruzioni di Basilea II si e’ in stato di insolvenza quanto si presentino almeno una delle seguenti condizioni:
– scarsa probabilita’ di rimborso del debito senza garanzie
– mancato pagamento dopo 90 gg. dalla scadenza del termine di pagamento.
Queste situazioni possono nascere da:
– violazione di contratti
– incaglio o sofferenza del credito
– ristrutturazione del debito
– fallimento o altre procedure concorsuali.
Incaglio = difficolta’ temporanea
Sofferenza = stato di grave e non transitoria di difficolta’.
Le banche inoltre valutano il rischio considerando anche altri due fattori: la perdita attesa e la perdita inattesa. Il periodo di riferimento e’ di 12 mesi.
Inoltre sono stati messi a punto dei complessi calcoli statistici definiti sistemi di rating per valutare il fattore rischio.
Il rating e comunque le considerazioni effettuate dalle banche sono sicuramente di tipo oggettivo e non tengono conto di altri fattori quali la qualita’ del prodotto di una azienda in start up o di altri fattori soggettivi: qui sta il limite di questo sistema.
Cosa accade quando si chiede un prestito?
La banca procede per step:
Istruttoria
Monitoraggio delle posizioni
Revisioni delle linee di credito
Interventi in caso di anomalia
I metodi di valutazione usati dalle banche sono sostanzialmente di due tipi: il metodo standard che prevede l’utilizzo di rating esterni e quindi su valutazioni che vengono effettuati da agenzie specializzate esterne alla struttura bancaria; metodo basato su rating interno e cioe’ su una valutazione effettuata internamente dalla banca stessa.
1) RATING ESTERNO
Bisogna inoltre tener presente che non vi e’ un’unica categoria di rischio ma bensi’ si parla di rischio industriale e rischio finanziario.
Per rischio industriale si intende quello attinenti agli aspetti attuali e futuri della impresa. Si procede a verificare il rischio del settore in cui l’azienda opera; la posizione concorrenziale dell’impresa; la documentazione fornita quale bilanci ecc.
Per rischio finanziario si intende una valutazine sulla capacita’ finanziaria dell’impresa e quindi si valutera’ la capacita’ reddituale dell’impresa; il grado di indebitamento; la liquidita’; le strategie finanziarie.
Considerando, quindi, la situazione economica dell’oggetto, la posizione lavorativa, il rapporto tra importo richiesto e reddito, il rapporto tra rata e reddito, eventuali insolvenze passate, aver gia’ contratto debiti poi estinti regolarmente, eta’ del richiedente si ottiene un punteggio c.d. Credit Score.
Questo punteggio deve essere almeno superiore a 629 punti per avere una valutazione sufficiente.
Uno score e’ poi cosi’ determinato:
– 35% puntualita’ dei pagamenti in passato
– 30% l’importo del debito
– 15% la storia e la durata dei crediti pregressi
– 10% i tipi di credito utilizzati
– 10% la richiesta del credito.
2) RATING INTERNO
Si tiene in considerazione di alcuni elementi qualitativi quali l’esposizione al momento del default; la probabilita’ di default; la perdita in caso di default; la scadenza efettiva; la ponderazione dei rischi; l’aggiustamento per il grado di frazionamento del portafoglio.
Inoltre non tutti i clienti sono uguali.
Infatti la banca fa una classificazione della propria clientela distinguendo:
– clientela corporate: imprese di grandi dimensioni
– clientela retail: clienti non privilegiati composti soprattutto da piccole e medie imprese
– clientela small business: di dimensioni marginali o soggetti verso cui la banca assume un impegno limitato.
Il merito creditizio del cliente, il grado di rischio dell’operazione e la presenza di garanzie accessorie costituiscono gli elementi cardine per la valutazione del rating interno.
Il soggetto richiedente dovra’ compilare un questionario contenente le richieste economiche, condizioni, affidamenti e una domanda di finanziamento con i dati anagrafici del cliente e tutte le informazioni necessarie per l’elaborazione del rating creditizio.
Viene poi effettuata una analisi del settore di attivita’ del richiedente, una anlisi qualitativa e quantitativa dell’impresa ed una analisi andamentale e cioe’ una valutazione del comportamento del soggetto nei cofnronti della banca stessa.
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