LUCCA: – Il 29 giugno 2009 un treno merci che trasportava GPL e proveniente da Trecate e diretto a Gricignano, deragliava nei pressi della stazione di Viareggio provocando 32 morti e moltissimi feriti. Descrivere l’inferno di quella sera e che ha segnato tutta la citta è una cosa impossibile da raccontare. Sicuramente quello di Viareggio è stato il più terribile e grave incidente ferroviario di sempre che ha portato a svolgere una indagine da parte della Procura di Lucca enorme : 90000 pagine di indagini, oltre 100.000 pagine di verbali di udienza, oltre 200 udienze dibattimentali solo in primo grado. Un processo mediatico a livello nazionale che ha visto imputati i più alti vertici delle ferrovie italiane ed estere.
L’ACCUSA: Secondo il PM gli indagati, tra cui l’ing. Moretti sarebbero stati responsabili del reato di strage, omicidio e lesioni colpose gravissime per aver violato le norme sulla sicurezza sul lavoro e aver fatto circolare un treno merci senza aver effettuato i dovuti controlli sui suoi componenti ed in particolar modo sull’assile che quella sera si ruppe facendo deragliare il treno.
LA DIFESA: L’Avvocato Fabrizio Bartolini ha assistito 35 persone che erano rimaste lese quella sera, costituendosi parte civile, sostenuto che la strage di Viareggio era un evento annunciato in quanto dagli atti processuali emergeva una politica aziendale volta al risparmio estremo nel settore merci mentre tutte le risorse economiche erano conglobate nel settore del trasporto di persone ed alta velocità. Il disastro di Viareggio poteva, pertanto, essere tranquillamente evitato ma le FS avevano accettato il rischio che ciò potesse avvenire a fronte di un risparmio economico e mettendo sul piatto della bilancia il vantaggio questo vantaggio e la vita umana.
La tesi dell’Avv. Bartolini è stata riconosciuta nella sentenza di primo che ha visto condannati i vertici delle ferrovie a cui sono seguiti i vari risarcimenti danni per i propri assistiti.
La peculiarità di curare sia gli aspetti penali che civili in tema di risarcimento è stata la chiave che ha portato a far riscuotere alle vittime cospicui risarcimento e, caso singolare, ottenere, per la prima volta a livello nazionale, il risarcimento anche per i soli danni psichici indipendentemente dalla sussistenza o meno delle lesioni creando così anche un precedente in campo risarcitorio penale.
Ovviamente la mole di lavoro e l’impegno che un tale processo ha necessitato sono stati supportati dalle vittime le quali si sono sempre adoperate ed hanno combattuto anche per far si che venissero emanate leggi a tutela maggiore della sicurezza e quindi al di là del mero processo: a loro è dovuto sicuramente un ringraziamento per il lavoro svolto e che stanno ancora svolgendo.