Il Collocamento Alternato nella Casa Familiare
Nel panorama legale italiano, una recente decisione della Corte di Appello di Torino del 14 marzo 2024 sta ridefinendo le dinamiche di collocamento dei minori in contesti di separazione o divorzio, portando alla luce un approccio innovativo che mette al centro il benessere dei bambini senza trascurare l’equilibrio tra i genitori. Questo nuovo orientamento riguarda il collocamento paritario ed alternato dei figli nella casa familiare, una soluzione che vede i genitori alternarsi nella residenza abituale dei minori, piuttosto che il contrario. Quello che è importante sottolineare è che tale modalità di collocamento è stato disposto dal Tribunale senza un preciso accordo tra le parti e quindi in maniera autonoma
Una Sentenza Rivoluzionaria
Ho parlato più volte, anche sul mio canale Youtube, della assegnazione della casa a tempo e del diritto di visita alternato perchè può essere un’ottima soluzione, in alcuni casi, per tenere un equilibrio anche economico tra i separandi
La sentenza in questione tratta il caso di una disputa tra genitori riguardo alla residenza dei loro figli minori. Contrariamente a una collocazione prevalente presso uno dei due genitori, il Tribunale ha optato per un affidamento congiunto, con una rotazione settimanale dei genitori nella casa familiare. Questa disposizione è stata presa nonostante l’assenza di un accordo bilaterale tra i genitori e indipendentemente dalla proprietà dell’immobile, evidenziando un cambio di prospettiva significativo: non sono i bambini ad adattarsi alle esigenze logistiche degli adulti, ma sono i genitori a organizzarsi per garantire continuità e stabilità affettiva ai minori.
Il giudice di primo grado, di fronte all’assenza di un accordo tra i genitori, aveva identificato come soluzione ottimale quella di garantire ad entrambi un tempo equo con le figlie. Questo approccio si è concretizzato in un sistema di rotazione settimanale nella casa familiare. Tale scelta è stata considerata fattibile anche grazie al fatto che entrambi i genitori possedevano altri immobili. Questi potevano servire sia come residenza temporanea durante i periodi in cui l’altro genitore risiedeva nella casa familiare, sia come possibile fonte di reddito per sostenere l’acquisto o l’affitto di un nuovo alloggio.
Il Benessere dei Minori al Primo Posto
IL collocamento alternato nella casa familiare è stato ritenuto il più idoneo a rispondere alle esigenze primarie dei bambini, garantendo loro un ambiente stabile e ricco di affetti, all’interno del quale possono contare sulla presenza costante e alternata di entrambi i genitori. La decisione tiene conto della capacità dei minori di mantenere un legame solido e sicuro con entrambe le figure parentali, percepiti come fonti di conforto e protezione.
Le Implicazioni Pratiche
La sentenza solleva interessanti riflessioni sui requisiti necessari per l’applicazione del collocamento alternato e sulle conseguenze riguardanti l’assegnazione della casa familiare. Aprire alla possibilità che siano i genitori a spostarsi – e non i figli – rappresenta una vera e propria svolta, che pone l’accento sull’importanza di preservare la serenità dei bambini e di garantire loro un ambiente di vita stabile.
E quindi rispondiamo ad alcune domande:
- Il collocamento alternato può essere disposto anche quando non vi è accordo tra i genitori?
- Il diritto dei genitori di essere presenti in materia paritetica nella vita dei figli comporta una divisione a metà del tempo di frequentazione?
- In caso di collocamento alternato può essere disposta l’assegnazione della casa familiare ad un solo genitore?
Verso un Affido Davvero Condiviso
La Corte di Appello di Torino, statuendo il collocamento alternato nella casa familiare, invita a considerare l’affido condiviso non solo come una divisione equa del tempo ma come un’opportunità per i genitori di partecipare attivamente alla vita quotidiana dei figli, indipendentemente dai tradizionali ruoli e dalle convenzioni. La possibilità per i genitori di “ruotare” presso la casa familiare enfatizza l’esigenza di collaborazione e coordinamento, al di là delle difficoltà comunicative che possono sorgere in seguito alla separazione.
Il collocamento alternato può essere disposto anche quando non vi è accordo tra le parti?
L’approccio al collocamento alternato nella casa familiare dei figli in contesti di separazione o divorzio richiede, secondo significative interpretazioni giurisprudenziali, un accordo condiviso tra i genitori e, idealmente, anche l’assenso del minore. Ciò deriva dalla consapevolezza che frequenti cambi di residenza possono turbare l’equilibrio dei bambini, come sottolineato dalla Cassazione civile, sezione VI, nella sentenza del 15 febbraio 2017, numero 4060.
Tuttavia, una visione più progressista enfatizza l’importanza di garantire ai genitori la possibilità di partecipare attivamente alla vita quotidiana dei figli, superando il concetto di “coniuge collocatario prevalente”. Questo orientamento ha portato alcuni tribunali, tra cui quelli di Rieti e Roma, a legittimare forme di collocamento che prevedono l’alternanza dei genitori presso l’abitazione dedicata ai figli, stabilendo così un modello di custodia condivisa realmente praticato.
In questa direzione, la giurisprudenza ha iniziato a privilegiare un equilibrio nei tempi di permanenza con i genitori, basandosi sulle specificità di ogni singolo caso. Questa prospettiva, riflettendo su una vasta gamma di approcci e soluzioni, mira a sostituire la tradizionale individuazione di un genitore collocatario con un modello più flessibile e equilibrato, che contempla l’alternanza dei genitori nella stessa casa familiare.
Pertanto il giudice potrebbe disporre il collocamento alternato anche senza un accordo dei genitori ovviamente in presenza di specifici presupposti quali ad esempio la proprietà da parte dei genitori di più immobili.
Questa evoluzione giuridica, che si muove verso un affidamento realmente condiviso, testimonia un cambiamento significativo nella gestione delle dinamiche familiari post-separazione. Al di là delle precedenti prassi, emerge la volontà di assicurare ai figli la stabilità e la continuità degli affetti parentali in un contesto familiare unitario e condiviso, ridefinendo così i confini dell’affido condiviso in una chiave più inclusiva e aderente alle realtà contemporanee delle famiglie.
Il diritto dei genitori di essere presenti in materia paritetica nella vita dei figli comporta una divisione a metà del tempo di frequentazione?
È chiaro che il legame tra genitori e figli non si definisce semplicemente attraverso una distribuzione aritmetica del tempo, come se fosse una formula astratta e universale.
Pertanto, si prescinde da una divisione aritmetica a metà del tempo ma si guarda ad altro.
Piuttosto, è la qualità degli spazi condivisi e delle occasioni di incontro a fare la differenza. Questi momenti, anche se possono sembrare limitati in termini di quantità, sono essenziali per permettere a ciascun membro della famiglia di immergersi nella vita quotidiana dell’altro, creando così un ambiente ricco di empatia, impegno condiviso e pianificazione futura. Questo approccio pone l’accento sull’importanza delle interazioni di qualità nel rafforzare i legami familiari.
In caso di collocamento alternato può essere disposta l’assegnazione della casa familiare ad un solo genitore?
Molte volte su questo blog ho parlato di assegnazione di casa familiare e dell’importanza che può avere in una separazione: ti invito a leggere, per approfondire, uno dei miei articoli sul tema “l’assegnazione della casa familiare”
Nel caso specifico che stiamo analizzando, l’assegnazione della casa familiare è stata decisa principalmente per fornire alla madre un diritto di abitare nell’immobile con le sue figlie durante le settimane a lei attribuite in alternanza in quanto la proprietà dell’immobile era solo del padre. Ma se così non fosse e cioè se si fosse in presenza di una comproprietà non vi sarebbe necessità di assegnare la casa ad un genitore specifico.
Conclusioni
Si aprono, quindi, nuove prospettive nel trattamento dei casi di affidamento, mostrando come le soluzioni innovative possano effettivamente rispondere alle complesse dinamiche familiari odierne. In un contesto sociale in evoluzione, dove le esigenze dei minori e i diritti dei genitori devono trovare un punto di equilibrio, il collocamento alternato nella casa familiare si propone come una soluzione all’avanguardia, capace di riconciliare le necessità di tutti i membri della famiglia, nel rispetto del superiore interesse dei bambini.
Con questa decisione si fa un passo significativo verso un approccio più inclusivo e attento al benessere psicologico e affettivo dei minori, sottolineando l’importanza di una famiglia che, nonostante le sue trasformazioni, rimane un punto di riferimento insostituibile per la crescita e lo sviluppo dei bambini.