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La mamma novax e la figlia minorenne

La questione Novax giunge in Tribunale

La mamma novax e la figlia minorenne non vaccinata è stata al centro di una recente decisione, da parte del Tribunale di Milano, in materia di diritto di famiglia.

Il tema del vaccino per il Covid19 è da mesi quello che si dice “un tema caldo” e non poteva che giungere anche in Tribunale.

La questione ha riguardato una minorenne che voleva essere vaccinato ma non poteva farlo in quanto mancava il consenso di uno dei genitori e precisamente della madre novax.

Il ricorso

Il padre della bimba di 11 anni decideva, quindi, di portare in giudizio la sua ex moglie che si opponeva a somministrare alla loro figlia i vaccini obbligatori per legge ed anche altri vaccini non obbligatori e che si opponeva anche ad effettuare i tamponi molecolari per la diagnosi del COVID-19 ed il test antigenico per accedere alle lezioni scolastiche.

Il padre, pertanto, chiedeva al giudice di  essere autorizzato, anche a fronte del dissenso materno, a provvedere alle vaccinazioni della figlia.

La decisione

Il Giudice ha sottolineato come  per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni  sono obbligatorie e gratuite le vaccinazioni come anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella, evidenziando che si tratta di un obbligo di legge, la cui violazione prevede una sanzione amministrativa.

Quanto al vaccino anticovid il Tribunale ha ribadito trattarsi di vaccini raccomandati dalla scienza medica a livello internazionale a tutela della salute della popolazione. Conseguentemente ha autorizzato il padre a «provvedere in autonomia, senza il consenso della madre, a sottoporre la figlia a tutte le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate; a farle i tamponi molecolari per la diagnosi del COVID-19 tutte le volte che sia necessario; a farle mettere la mascherina a scuola e in tutte le situazioni imposte dalla legge; e, quando la figlia compirà 12 anni, «a valutare in autonomia, sempre senza l’accordo della madre, se sia necessario o anche solo opportuno somministrarle il vaccino anti COVID, visti gli approdi della scienza, le autorizzazioni degli enti regolatori, le norme di legge e le raccomandazioni del pediatra.

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